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Attacchi di Panico: Il principale disturbo nelle famiglie con semantica della libertà

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Attacchi di Panico: Il principale disturbo nelle famiglie con semantica della libertà

Valeria Ugazio, nota psicoterapeuta famigliare, nel suo testo “Storie permesse, storie proibite” ha elaborato un modello per comprendere il funzionamento delle famiglie partendo dall’idea che ogni membro si posizioni ad un polo piuttosto che all’altro rispetto a quelli che sono i valori fondamentali della propria famiglia.

Le famiglie secondo il modello si dividono quindi in famiglie con:

  1. semantica del potere,
  2. quelle con la semantica della libertà,
  3. la semantica della bontà
  4. semantica dell’appartenenza.

Le famiglie con semantica del potere

Ugazio dopo aver studiato a lungo le famiglie con semantica del potere in cui la problematica principale è costituita dai disturbi alimentari, grazie allo stretto rapporto con i colleghi cognitivisti, in particolare Guidano, nei primi anni ’90 è entrata in contatto con pazienti totalmente diversi.

Le famiglie che arrivavano in seduta avevano tutte caratteristiche simili che Ugazio inizia a riunire in quella che definirà semantica della libertà.

“Nessun uccello vola troppo lontano, se vola con le proprie ali.” 

Questo passo di Blake spiega il pensiero di chi si identifica nella semantica della libertà.

Le famiglie con semantica della libertà

Le famiglie con semantica della libertà sono fondate sui poli opposti paura/coraggio.

Queste famiglie percepiscono il mondo esterno come minaccioso e pericoloso, ad esempio per eventi drammatici verificatisi nella storia famigliare, mentre rimanere vicini ai familiari li fa sentire protetti. In questo contesto avremo membri che si posizioneranno nel polo della paura e altri del coraggio.

I primi saranno timorosi, prudenti e bisognosi di protezione, ma questo limiterà la loro indipendenza. I coraggiosi invece saranno definiti intraprendenti, temerari e indipendenti, ma insofferenti ai vincoli relazionali.

Avremo quindi figli che abiteranno sullo stesso pianerottolo dei genitori e figli che di lavoro faranno gli esploratori.

Troveranno persone disposte a proteggerli o s’imbatteranno in persone incapaci di cavarsela da sole, bisognose del sostegno dell’altro.

Si sposeranno con persone fragili, dipendenti, ma anche con individui liberi, talvolta insofferenti dei vincoli; soffriranno per la loro dipendenza, cercheranno in ogni modo di conquistare l’autonomia.

In altri casi saranno orgogliosi della loro indipendenza e libertà che difenderanno più di ogni altra cosa.

Disporre di una relazione coinvolgente e appagante significa, per il soggetto, essere protetti, poter confidare sulla vicinanza di qualcuno che l’aiuta a far fronte alla paura, ma si traduce in una dipendenza che restituisce al soggetto un’immagine negativa di sé.

D’altra parte, acquisire un’immagine positiva di sé richiede essere autonomo, indipendente dagli altri, solo.

Un’ impresa impossibile per chi è cresciuto entro la premessa che il mondo è pericoloso e la convinzione di essere debole.

Le problematiche in queste famiglie nascono nel momento in cui un membro perde l’equilibrio tra le due esigenze: il bisogno di protezione attraverso le relazioni e il bisogno di libertà per salvaguardare l’autostima.

Una volta dentro a questo dilemma si sperimenteranno ansia e angoscia e, nel caso in cui ci si trovi di fronte ad una scelta imminente di una delle due possibilità, gli attacchi di panico.

Effetti degli attacchi di panico

L’attacco di panico blocca, pietrifica il corpo nel momento in cui ci troviamo di fronte a scelte impossibili da prendere.

Affrontare da soli, ma liberi, un mondo pericoloso o essere ingabbiati, soffocati dalle cure amorevoli di una relazione vincolante?

Nel caso degli attacchi di panico, le due tentate soluzioni sono:

  • la richiesta di aiuto
  • l’ossessivo tentativo di controllare il sintomo con il risultato di farlo incrementare.

Un esempio concreto degli effetti causati da un attacco di panico è quando per paura di avere la tachicardia si comincia ad ascoltare il proprio battito cardiaco con la paura che questo si alteri, con il risultato di fare alterare effettivamente il proprio battito.

“Si racconta che una volta una formica chiese ad un millepiedi: “mi vuoi dire come fai a camminare così bene con mille piedi insieme, mi spieghi come riesci a controllarli tutti contemporaneamente?” Il millepiedi cominciò a pensarci su e non riuscì più a camminare.” (Nardone, 2003).

Il principale effetto degli attacchi di panico è puramente relazionale perché implica inevitabilmente l’aiuto immediato, le cure tempestive da parte delle persone vicine. All’interno di una relazione, chi sviluppa attacchi di panico ha uno strumento inconscio per far si che la relazione si stringa.

Un esempio clinico è quello di una donna con semantica della libertà (polo dipendente) sposata con un uomo che per lavoro viaggiava spesso (polo indipendente).

La signora aveva sempre accettato la libertà del marito finché in sua assenza poteva contare sulla protezione del proprio padre che abitava nello stesso condominio.

Quando il padre della donna venne a mancare, lei iniziò ad avere attacchi di panico quando il marito era all’estero; con l’effetto pragmatico di farlo tornare di corsa. Snaturando però il bisogno di lui di non sentirsi soffocare dalla relazione.

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