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Anestesia emotiva

Perché non riesci ad esprimere le tue emozioni

Il termine anestesia viene accostato, nell’immaginario collettivo, al mondo della medicina. Il chirurgo, prima di intraprendere un’operazione che costerebbe grande dolore al paziente, somministra a quest’ultimo determinate sostanze che lo indurranno in uno stato di incoscienza. Dopo l’intervento, la persona tornerà a vivere, a potersi muovere e a socializzare. Durante lo stato di incoscienza indotta, tuttavia, non vi sono movimenti né sensazioni.

Nel linguaggio moderno tale termine è stato ripreso con differenti connotati. Si parla di anestesia emotiva quando la persona non riesce a esprimere e a riconoscere i propri stati d’animo. Al contrario di quanto si pensi, è molto comune provare difficoltà in tal senso. Entrare in contatto con le emozioni esse può non essere semplice per una serie di cause che approfondiremo nelle prossime righe.

Come al solito, ti ricordo che tali informazioni hanno carattere puramente divulgativo e non possono sostituire in alcun caso il parere di un professionista. Se pensi di aver bisogno di un supporto qualificato interamente online, che risponda alle tue esigenze ti consiglio di leggere fino alla fine. Nell’ultimo paragrafo ti spiegherò come ottenere un colloquio gratuito, senza impegno. E ora, bando alle ciance: partiamo alla scoperta dell’anestesia emotiva.

Perché è importante provare (e comunicare) i propri stati d’animo?

Le emozioni sono quella marcia in più che ci hanno permesso di evolverci in ambienti ostili. Scappare in preda alla paura dinanzi ad un grande predatore, uccidere per non essere uccisi, amare per salvaguardare la prole e permettere così il germogliare degli esseri umani. Oggi però, per alcune privilegiate parti del pianeta, l’ambiente nel quale viviamo e cresciamo ha perso del tutto quell’alone di pericolosità.

Ci siamo evoluti, abbiamo costruito tecnologie incredibili, ma il nostro cervello è rimasto quello di diecimila anni fa: programmato per resistere a stati di stress in acuto, e non in cronico. La cronicità dello stress non ci permette di recuperare come vorremmo, e danneggia tanto il nostro vissuto personale quanto professionale. Ma torniamo al focus principale della guida di oggi: le emozioni. Qualunque evento può generare nella persona un’emozione forte che se protratta nel tempo può portare all’esaurimento: emozioni forti generano stress. Allo stesso modo, soffocare ciò che si sta provando avrà comunque un effetto negativo sull’organismo. Ecco un esempio chiarificatore.

Conseguenze dell’anestesia emotiva

Prendiamo in esame la rabbia, già trattata in una guida precedente. Sapersi arrabbiare, quindi esprimere la propria rabbia, è di fondamentale importanza per manifestare i nostri stati interiori, e rendere consapevoli le altre persone che noi in quel preciso istante siamo contrariati. Sopprimere tale pulsione sarebbe controproducente, così come sarà altrettanto controproducente lasciarsi travolgere dalla collera ogni volta che siamo contrariati.

Se eccessivo, lo stato di rabbia può rappresentare una causa che porterà poi ad una crisi di coppia, ma è vero anche il contrario. Censurare i propri sentimenti potrebbe altresì portare alla maturazione di un disagio psicologico e poi sfociare comunque in una crisi.  Inoltre,  secondo alcune ricerche il fatto di manifestare o di non manifestare la propria rabbia porterebbe ad un potenziale aumento di contrarre patologie cardiovascolari e psicopatologie come ansia e depressione. Tutto questo per dire che arrabbiarsi in continuazione o al contrario reprimere i propri sentimenti predispone a pericoli per il benessere psicofisico.

In altre ricerche, inoltre, è stato evidenziato un rapporto tra l’esordio di malattie psicosomatiche. Questo perché nella gran parte dei casi chi è anestetizzato emotivamente percepisce le proprie sensazioni fisiche come amplificate. I tra i sintomi fisici elencabili possiamo trovare il mal di pancia, problematiche intestinali, gonfiori addominali, nausea ed emicrania.

Saper riconoscere ciò che provi è quindi fondamentale per stare meglio con se stessi e con gli altri. Per costruire solide reti sociali, avere rapporti di amore e di amicizia e molto altro. Vivere una continua situazione di Anestesia emotiva potrebbe quindi portare all’innesco di un circolo vizioso importante. Cosa fare per uscire da tale situazione?

Riconoscere e gestire le proprie emozioni

Il modo migliore e senz’altro più completo rimane quello di affidarsi ad un terapista in grado fornire un supporto adeguato. Troppo spesso, in casi simili, ci si rivolge a personaggi dubbi che vendono un risultato “facile da ottenere” ricorrendo a metodi dai nomi altisonanti. Ricercare l’affinità con le proprie emozioni, e poi di conseguenza imparare a gestirle è roba da professionisti, e di certo non sarà semplice. Un percorso con un* psicolog* è senz’altro il metodo maggiormente indicato.

Spero di averti dato una mano a comprendere l’importanza dei vissuti emotivi. Se ritieni di aver bisogno di un supporto, ma non sai bene come funziona o da che parte iniziare, ti aiuteremo anche in questo. Consci di quanto sia difficile trovare uno psicologo che si adatti alle  esigenze di chi decida di affidarsi a noi, abbiamo brevettato un metodo unico nel suo genere, che prevede tre passi fondamentali. Per prima cosa,  dovrai procedere alla compilazione di un questionario che ci permetterà di comprendere le tue esigenze. In secondo luogo, ti affideremo ad uno dei nostri professionisti, con il/la quale potrai fissare un primo colloquio online gratuito e senza impegno. Dopo aver compreso e se il terapeuta del nostro team potrà aiutarti, potrai decidere come proseguire.

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