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Disturbo ossessivo compulsivo: sintomi e cura

Sebbene il manifestarsi di un'ossessioni in modalità compulsiva può variare da individuo a individuo, ci sono casi molto comuni e diffusi. Scopriamo alcuni esempi.

Il disturbo ossessivo compulsivo, meglio conosciuto come DOC, può essere considerato a tutti gli effetti una psicopatologia. È infatti inserita e descritta nel  DSM-5 (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali). Come spesso accade a termini derivanti dal linguaggio psicologico clinico, parole come “ossessioni” o “compulsioni” vengono utilizzate impropriamente dai non addetti ai lavori, generando confusione e panico.
 
Nella guida di oggi ti porteremo informazioni utili a comprendere cosa sia realmente il DOC e quali siano le migliori cure scientificamente provate. Come in ogni altro contenuto, tengo a specificare che la qui presente guida viene pubblicata esclusivamente a scopo informativo, e non intende sostituire in alcun modo il parere di un professionista della salute mentale. Dato che non esistono problemi di serie A e di serie B, se senti il bisogno di aiuto qualificato puoi rivolgerti a noi, con la possibilità di ottenere un primo colloquio gratuito.
 
Se sei interessat*, troverai più informazioni nell’ultimo paragrafo. Andiamo ora alla scoperta del disturbo, partendo da uno degli interrogativi più famosi del web: come fare a comprendere se una persona soffre di DOC?
 

Come capire se si ha un disturbo ossessivo compulsivo?

Il disturbo ossessivo compulsivo si deve appunto alla presenza di fenomeni che prendono il nome di ossessioni e compulsioni.
  1. Le ossessioni sono definite come pensieri ricorrenti che l’individuo percepisce come intrusivi. Ad essi viene associato un forte senso di ansia e stress psicologico.
  2. Nella maggior parte dei casi, alle ossessioni sopraggiungono le compulsioni, ovvero condotte mentali o azioni che vengono continuamente messe in atto in risposta ai pensieri ossessivi.
 
La persona vede nelle compulsioni uno strumento utile a diminuire quel senso di tensione dovuto ai pensieri intrusivi.
Pare quindi chiaro che il punto cardine per comprendere se si ha un DOC consiste nel disagio psicologico che l’ossessione crea. Nel linguaggio comune i termini vengono spesso utilizzati impropriamente.
 
Nel caso delle parafilie o nelle dipendenze, per esempio, è possibile notare condotte comportamentali messe in atto con persistenza che ingenuamente vengono indicate come compulsive.
 
Queste ultime vengono però portate a termine con uno smodato senso di piacere, e non in risposta a pensieri intrusivi.
 
Le compulsioni, al contrario, sono veri e propri rituali volti a prevenire e ridurre ansia e disagio. Altre caratteristiche del disturbo riguardano il fatto che le ossessioni/compulsioni siano protratte per periodi di tempo prolungato durante la giornata (ore).
 
Inoltre, le ossessioni più comuni sono fortemente irrealistiche e prive di significato. La persona tende spesso a riconoscere tale insensatezza, tuttavia non può fare a meno di provare ansia e/o disgusto, e di mettere in pratica condotte ritualistiche purificatrici per sentirsi meglio (appunto, gli atteggiamenti compulsivi).
 
ES: “Un esempio frequente di ossessione seguita poi da una compulsione riguarda la paura di essere contaminati da batteri non meglio identificati. Ad essa potrebbe seguire la compulsione di lavarsi continuamente le mani per rimuovere i patogeni”.
Quali potrebbero essere altri esempio di DOC?
 

Quali sono le ossessioni più comuni?

Sebbene il significato ossessivo e le modalità compulsive possano variare fortemente da individuo a individuo, i casi più comuni riscontrati riguardano:

  1. contaminazione: senso di “sporco” dopo essere entrati in contatto con sostanze (sporcizia, fluidi corporei, cibi) o talvolta situazioni contaminanti (pensieri legati alla sessualità considerati dalla persona come immorali). Alla sensazione di disgusto corrisponderà l’atto di pulizia, percepito come fondamentale per liberarsi dell’agente contaminante.
  2. ordine: pensieri ossessionanti di simmetria, e conseguente compulsione di mettere in ordine, di contare o posizionare in modo più simmetrico possibile oggetti e pensieri;
  3. controllo: paura persistente di aver compiuto errori, o di aver dimenticato qualcosa (il gas o le luci di casa accese, la porta aperta, etc…);
  4. ossessioni pure: presenza di pensieri intrusivi riguardanti azioni lesive nei confronti di altri, o condotte comportamentali mal viste perché ritenute blasfeme o comunque contro una regola culturale/religiosa. 
  5. accumulo: tendenza a conservare beni, talvolta deperibili o abbandonati nell’ambiente perché privi di qualunque valore (lattine, contenitori di cibo utilizzati).

Comportamenti simili sono stati identificati in paesi e popolazioni differenti, e sono generalmente costanti nel tempo. I sintomi possono essere molteplici, e appartenenti a più dimensioni. Per esempio, è possibile che nella persona che soffra di DOC, a causa dell’ansia generata dall’ossessione, vengano riscontrati attacchi di panico e in casi eclatanti ideazione suicidaria.

Le cause del DOC sono riassumibili in un complesso insieme di variabili genetiche e ambientali. Nonostante ad oggi l’eziologia (causa scatenante primaria) del disturbo non sia ancora chiara, è importante sottolineare che è possibile curarlo con successo.

Le terapie utili a tale scopo sono la farmacologica, e la terapia psicologica. Come funziona?

 

Come si guarisce da un disturbo ossessivo compulsivo?

La presenza del DOC può essere un grave problema, poiché in casi patologici è invalidante. A causa dei pensieri ossessivi, e dal senso di pericolo da essi generato, la persona potrebbe essere impossibilitata nel concentrarsi su altro. Sentirsi immorali o addirittura pericolosi per i propri cari può essere difficile. Come comportarsi?

Una delle domande maggiormente frequenti sul web, riguardante il topic di questa guida, è la seguente: “Come curare il disturbo ossessivo compulsivo senza farmaci?“. La risposta, dopo un’attenta valutazione, potrebbe essere: con una terapia psicologica. Sarebbe fondamentale agire con la comparsa dei primi sintomi, poiché se non adeguatamente trattato, il DOC tenderà a peggiorare nel tempo. 

La terapia si è dimostrata utile nel ridurre i sintomi e la frequenza manifestata, portando a risultati significativamente positivi. Sarebbe possibile ottenere miglioramenti mediante l’applicazione di tecniche espositive graduali, che permettano alla persona di sperimentare l’ansia, comprenderla e in secondo luogo gestirla. Il tutto, ovviamente, deve essere svolto sotto la supervisione di un esperto, evitando improvvisati. 

Come hai potuto ben notare, per curare il disturbo ossessivo compulsivo è fondamentale rivolgersi ad un professionista, che padroneggi teoria e pratica psicologica. Nelle prime righe ho accennato alla possibilità di un primo colloquio gratuito, completamente online, con i nostri terapisti: bene, ora ti spiegherò come funziona.

Non dovrai fare altro che compilare un questionario, che ti lascio qui. Noi di Helpmeout potremo così comprendere al meglio la tua situazione, e consigliarti il terapista del team perfetto per i tuoi bisogni. Dopo il primo colloquio sarai tu a decidere se e in che modo proseguire.

La soluzione c’è, ed è a portata di click. Life is too short to be unhappy.

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